Il giro del mondo in 184 giorni e 5 Padiglioni: Expo 2015.

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E chi lo avrebbe mai detto che, avendo a disposizione solo poco più del doppio dei giorni impiegati dal protagonista del celebre romanzo di Jules Verne, restando comodamente nella città che mi ha adottato ormai da quasi 3 anni, sarei riuscita a compiere davvero il giro del mondo? 🙂

Viaggiare è sognare ma grazie ad Expo 2015 il sogno può davvero diventare una realtà alla portata di tutti coloro che dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 passeranno per Milano!

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Nutrire il pianeta, energia per la vita“: l’alimentazione e il cibo sono al centro di questa edizione che sembra una perfetta prosecuzione del “discorso” iniziato proprio a Milano nel lontano 1906 durante l’esposizione Universale dedicata ai “trasporti”.
Libertà e facilità di spostamento per conoscere il mondo e diffonderne le ricchezze, tra tutte la più importante: il cibo.

Vista la fortuna di trovarmi proprio a Milano, dove il mondo sarà protagonista per i prossimi 6 mesi, ho pensato di portarvi ad Expo insieme a me creando una sezione interamente dedicata a questo importante evento.
Scopriremo insieme come appare davvero Expo agli occhi di un comune visitatore curioso e affamato (è proprio il caso di dirlo 😉 ) di vivere un’esperienza multisensoriale fatta di sapori, colori e profumi tanto preannunciata ed attesa.

Dedicherò un post ad ognuno dei 137 Paesi partecipanti (Nello specifico hanno confermato la propria presenza 137 Paesi più quattro organizzazioni internazionali:  ONU, Commissione Europea, Comunità Caraibica e Forum delle isole del Pacifico), condividendo insieme a voi emozioni, impressioni, fotografie e ogni sentimento che saprà suscitare in me questa kermesse.

Mi unirò alla mascotte Foody dunque per farvi scoprire cosa ha portato il mondo a Milano, senza farvi muovere da casa ma soltanto curiosando tra le pagine del mio blog! 😉

 

Si parte! Destinazione Expo 2015.

Tutto il mondo in una strada, tutta la sua follia in una città: Las Vegas!

Rumorosa, assurda, folle, unica, spettacolare. Questa è Las Vegas! Non importa se non siete amanti del gioco d’azzardo, se non avete mai sognato un matrimonio trash “in stile Elvis” o se il vostro viaggio in USA non prevedeva una sosta qui….siate pronti a cambiare programma e a trascorrere anche solo qualche ora in questo vero e proprio luna park per soli adulti eretto peccaminosamente nel deserto. Visitare Las Vegas è sicuramente una delle cose da fare almeno una volta nella vita, anche se solo per una notte e senza giocare nemmeno un centesimo! La amerete o la odierete, di certo non vi lascerà indifferenti.

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Hotel Venetian

Era l’estate del 2010 quando ho deciso di buttare giù un po’ di idee per organizzare un viaggio on the road di circa 20 giorni che mi avrebbe portato a percorrere il più bel tratto di costa degli Stati Uniti (Big Sur, che ho già raccontato in questo articolo),  a vivere qualche giorno a San Diego e a San Francisco, a rimanere letteralmente a bocca aperta di fronte a ciò che è in grado di plasmare la natura nei grandi parchi della California, ad attraversare il deserto e a stupirmi di Las Vegas.
Un viaggio studiato preventivamente per decidere le tappe irrinunciabili, scegliere le mete più suggestive e calcolare un po’ le distanze ma senza il condizionamento di prenotazioni fatte dall’Italia. Parto da Roma avendo scelto e pagato solo gli hotel nella città di arrivo (San Diego) e di partenza (San Francisco), nel mezzo, quello che succede succede! Ma questa in fondo è un’altra storia, un altro bel racconto di viaggio che non mancherò di condividere con voi nel mio blog. Ora la protagonista indiscussa è lei: Las Vegas, la regina del kitsch e dell’eccesso.

Prima di arrivare avevo in testa l’immagine che mi ero fatta di lei grazie ai tanti film ambientati proprio tra i suoi eccentrici hotel. Come per molti angoli degli USA, anche qui ti sembra di esserci già stato, di esserti seduto ai tavoli da Black Jack del Bellagio, dell’MGM o del Mirage insieme a George Clooney e Julia Roberts, di essere sopravvissuto incredibilmente ad “Una Notte da Leoni” :-D.

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The Strip _ Las Vegas Boulevard

A distanza di quasi 5 anni, due sono le sensazioni che ancora percepisco forti come se fossi tornata dal viaggio solo ieri: l’assurdità della sua nascita, della sua esistenza, della sua sopravvivenza e del suo surreale fascino;  la spettacolarità del suo profilo che si mostra piano piano quando si arriva in auto (a mio avviso il modo migliore per raggiungerla), dopo ore e ore in macchina nel bel mezzo del deserto.
A farle da anticamera la Mojave National Preserve, l’enorme distesa desertica della California , un luogo incontaminato a circa 200 km a nord-est di Los Angeles. Siamo in pieno deserto, la temperatura in estate qui supera facilmente i 40 gradi e non è facile imbattersi in qualche altro essere vivente che non sia un mitico roadrunner o un serpente a sonagli del Mojave.  A sud est, lungo la strada, seguite le indicazioni per le Kelso Dunes che vale la pena vedere e fotografare ma, tutto quello che dovete fare, se non siete al volante, è osservare dal finestrino la foresta di Joshua Tree più vasta del mondo!

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Kelso Dunes _ Deserto del Mojave

Gli Yucca Brevifolia, questo il nome botanico degli alberi di Giosuè, ad alcuni riporteranno alla memoria l’album degli U2 del 1987 ad altri, come me, le corse di Beep Beep perennemente inseguito da Willy il Coyote 🙂 ma a quanto pare il nome Joshua Tree fu dato da un gruppo di coloni mormoni che attraversando il deserto nella metà del XIX secolo, guardando la particolare forma di questi alberi, pensarono ad un passo della Bibbia in cui Giosuè alzava le braccia al cielo per pregare!
Pregate allora di non perdere tutti i vostri soldi a Las Vegas che di lì a poco farà capolino dalle aride rocce!

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Joshua Tree _ Deserto del Mojave

 

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Indicazioni per le Kelso Dunes

 

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Strada verso Las Vegas _ Deserto del Mojave

La città pulsa ad ogni ora. Di giorno vedrete orde di turisti stesi al sole nelle tante piscine degli strabilianti hotel della città oppure gruppi di giovani ragazze intente a girovagare in preda a maniacali istinti di shopping ossessivo-compulsivo alla ricerca di qualsivoglia souvenir ma, è con il calare del sole che si alza il sipario ed inizia lo spettacolo!
Uno show surreale che si ripete ogni sera fin dal lontano 1946, quando il gangster ebreo Bugsy Siegel aprì il primo hotel casinò di Las Vegas, il celeberrimo Flamingo, grazie ai finanziamenti delle famiglie mafiose della East Coast. Da allora, la città del peccato è diventata la capitale indiscussa del gioco d’azzardo e del divertimento. Si arriva qui e si sale su una giostra in funzione 24 ore su 24 dove è possibile fare davvero di tutto!

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Sostanzialmente Las Vegas è la Strip, la porzione del Las Vegas Boulevard lungo cui si allineano i casinò e gli alberghi più famosi.
E’ possibile vivere Las Vegas davvero in mille modi diversi.
Potrete scegliere uno o al massimo due alberghi dove trascorrere la serata, andare a qualche festa, assistere ad uno spettacolo e poi giocare ai tavoli o alle slot machine oppure, come ho fatto io, provare a vedere e vivere tutto quello che ha da offrire questo circo percorrendo la strip in lungo e in largo.

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Hotel Excalibur

Cosa fondamentale: scegliere in anticipo l’albergo dove trascorrere la notte.  Sul web sarà divertente documentarvi ma fondamentalmente, vista la vasta scelta, lasciate anche che a guidarvi sia l’istinto e l’ispirazione che a me hanno condotto alla piramide di vetro nero e acciaio alta 30 piani del Luxor, hotel in stile egiziano con anche una enorme sfinge! 😀
A Las Vegas potrete infatti decidere se passare la notte in qualche angolo di mondo o del passato, qui meticolosamente riprodotto per rendere ancora più surreale la vostra permanenza.
Avrei voluto dormire una notte in ogni hotel per poterli vedere tutti (sono la vera attrazione della città), ma con una sola notte a disposizione l’unica alternativa è stata partire dall’Excalibur (Vicino al Luxor) e risalire a piedi la Strip passando attraverso le hall di ogni hotel e poi ripercorrerla dall’altro lato al contrario! Adoro camminare (per fare quello che ho fatto io riponete i tacchi nello zaino, sfoderateli solo a cena o ad una festa, e camminate camminate camminate), ma anche se non sembra, la Strip è lunga. Vi fermerete molte volte per assistere agli spettacoli degli hotel, giocare e mangiare, quindi, una valida alternativa alla lunga e faticosa camminata potrebbe essere il Las Vegas Monorail. Questa monorotaia elevata è il modo più veloce e conveniente per muoversi lungo il Las Vegas Boulevard. I due estremi si trovano all’altezza dell’ MGM Grand sulla striscia sud e all’ Hotel Sahara a nord.

Hotel Luxor - Las Vegas
Hotel Luxor

Se tutto in una notte deve essere allora cominciate già ad immergervi nella follia della città  fin dall’ora dell’aperitivo e poi godetevi una cena tra le stelle in uno dei ristoranti più alti del mondo: il Top Of The World Restaurant.  La vista sulla città del gioco dall’ultimo piano dell’hotel Stratosphere è incredibile e la si può godere da qualsiasi angolazione: in 80 minuti, infatti, il ristorante ruota di 360° mostrando Las Vegas in tutto il suo splendore. Se la vista da qui non fosse sufficiente, all’esterno del ristorante c’è anche una giostra panoramica.

Bellagio
Hotel Bellagio

Entrate ed uscite dalle hall di tutti gli alberghi, fermatevi e fate il vostro gioco seduti a qualche tavolo e divertitevi alle slot machine, poi ancora guardate il bellissimo spettacolo delle fontane danzanti del Bellagio (qui potrete anche vedere il celebre show del Cirque du Soleil), assistete all’eruzione del Vulcano del Mirage, osservate le gondole del Venetian, ammirate gli squali dell’enorme acquario al Mandalay Bay Resort & Casino, divertitevi a vedere lo spettacolo dei pirati sul galeone del Treasure Island Hotel & Casino!
Ogni hotel saprà stupirvi ed intrattenervi con i suoi spettacoli e le sue attrazioni (splendidi esemplari di tigri bianche e un giardino esotico con i fenicotteri rosa vi accoglieranno rispettivamente all’hotel Mirage e al Flamingo!).  Tra tutti il Bellagio per me è uno dei più suggestivi per lo spettacolo delle fontane all’esterno e il soffitto interamente ricoperto di fiori di vetro di Murano all’interno della hall…..la serata volerà via, effimera e surreale, lasciando dentro di voi il ricordo di una notte folle, unica, fatta di divertimento, magia ed eccentricità.

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Fontane danzanti dell’Hotel Bellagio

 

Hotel New York New York - Las Vegas
Hotel New York New York

 

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Hotel Paris Las Vegas

E la mattina dopo, stremati dalla lunga nottata,  passando tra i corridoi del vostro hotel, troverete ancora tantissime persone su di giri, tutte con le carte di credito infilate nelle slot machine forse già dal mattino presto o, peggio ancora, dalla notte appena trascorsa… perché anche questo è Las Vegas.

Matera, una città sottosopra per un viaggio al centro della terra.

Da sempre le grotte esercitano su di me un fascino particolare.
Da bambina, quando curiosa e un po’ intimorita ascoltavo le storie fantastiche di streghe, folletti, maghi e draghi, mi sembrava di percorrere davvero i corridoi sotterranei delle loro dimore fantastiche che spesso celavano arcani segreti.
In età adulta quell’aura di mistero attorno alle grotte, il brivido della leggenda e il valore simbolico del mito, si sono poi mescolati con la storia, con le reali testimonianze giunte fino a noi della presenza di antiche civiltà che proprio nel cuore della terra hanno trovato il giusto riparo per sopravvivere alle difficoltà della vita, o un luogo sicuro per poter praticare in segreto i propri culti.

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Le grotte, considerate in passato anticamera misteriosa di un mondo sotterraneo carico di simbolismo, raccontano chi siamo e da dove veniamo e, con le loro pitture rupestri e graffiti, ci tramandano  usanze e costumi di epoche lontane.

Il nostro Bel Paese può vantare di ospitare, tra i suoi tanti tesori, un luogo, Matera, che è sorto e si è sviluppato proprio su queste antiche cavità, iscritte nella lista dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO dal 1993.

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La città di pietra, centro storico di Matera scavato a ridosso di un burrone (Parco Regionale Archeologico delle Chiese Rupestri del Materano, dove scorre il Torrente Gravina di Matera), è stata abitata fin dalla preistoria e ogni apertura scavata nella roccia costituisce un esempio eccezionale di utilizzo della natura per la sopravvivenza dal paleolitico all’età moderna.

Sono arrivata qui dopo circa un’ora di macchina da Bari che, per chi come me parte da Milano, vista la presenza del suo comodo aeroporto, può essere un buon punto di arrivo da cui poi potersi mettere in marcia per raggiungere il paese.

Il panorama si mostra alla vista piano piano e appena l’occhio può godere di una più ampia prospettiva sulla città e la scarpata sottostante, l’immagine che si ha di fronte sembra rievocare la descrizione di Dante dei gironi dell’Inferno dove ritrovò se stesso!

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Arrivai a Matera verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c’è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. Allontanatami un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante“.

Carlo Levi ce la descrive così, per mezzo della voce narrante della sorella, in “Cristo si è fermato ad Eboli” ed è proprio così che mi è apparsa in tutto il suo fascino mistico!

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Prima di arrivare, contrariamente a come sono solita fare, non ho letto guide turistiche o racconti di viaggiatori. Volevo preservarmi il gusto della sorpresa, lasciare che passeggiando senza meta, la città si svelasse a me piano piano e mi impressionasse senza il “filtro dei ricordi altrui” letti qua e là nel web e senza il condizionamento inconscio che una guida può esercitare con il suo elenco di luoghi da vedere e itinerari da seguire.

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Scrivo così questo articolo piuttosto di getto, limitandomi a tirare fuori dal cuore le emozioni che questa città mi ha lasciato, senza la pretesa e il bisogno di convincervi che questo luogo vi sbalordirà ma, con la certezza che saprà imprimersi nella vostra memoria in maniera indelebile, che siate avventori alla ricerca di relax e buon cibo, o visitatori affamati di vedere e toccare con mano la storia dell’umanità.
Non voglio elencarvi quello che ogni turista “deve vedere” ma suggerirvi di percorrere le sue strade curiosi ed attenti, e di non andarvene senza essere entrati almeno in una delle tante Chiese Rupestri; di non lasciare che la corsa delle lancette dell’orologio vi impedisca di andare anche al di là della scarpata per osservare dal ciglio del dirupo antistante dominato da tre croci – ricordo del set del film di Mel Gibson “La Passione di Cristo“-  come questo lembo di terra rosa-grigio biancastro, visto da lontano, appaia come una città sottosopra dove il cielo e le stelle si possono vedere”al di sotto dei piedi degli uomini”.

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Visitare Matera mi ha lasciato il segno. Immaginare  la vita svolgersi attorno e dentro la pietra nuda così come accadeva fino agli anni 50 del ‘900, è stato per me anche più semplice vista la scelta fatta di dormire in una delle strutture che, grazie  all’intraprendenza di giovani imprenditori,  offrono oggi la possibilità di dormire nella antiche grotte recuperate e trasformate in uniche e suggestive camere d’albergo!
E’ questo il caso di Sextantio Grotte della Civita, hotel di lusso noto in tutto il mondo dove suggerisco di trascorrere una notte almeno una volta nella vita :-).
Tutto è stato volutamente predisposto affinché gli ospiti, soggiornando qui, possano respirare e vivere la vera Matera.
Stanze-grotta con arredi d’epoca illuminate dalla luce soffusa delle candele, antichi portali in legno sistemati per fungere da porte d’ingresso, bagni ricavati all’interno di grotte più piccole e vasche a vista che regalano, al momento del risveglio, la piacevole sensazione di avere appena scoperto di aver trascorso la notte in una vera grotta!

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Per chi mi segue da un po’, come in ogni mio articolo, anche per Matera voglio lasciare due utili indirizzi affinché la delizia per gli occhi si accompagni anche a quella per il palato: ristorante Baccanti e ristorante Francesca.
Cene squisite nel cuore dei Sassi dove per la prima volta in vita mia ho potuto assaggiare i deliziosi peperoni cruschi della Basilicata (qui si mangiano croccanti interi o grattati sulla pasta come il formaggio).

Per chi volesse tornare a casa portando con sé oltre ai ricordi di questo luogo senza tempo anche un souvenir,  può fare una sosta dal simpatico signor Nisio Lopergolo, nel Sasso Barisano.
Nella sua “bottega” artigiana potrete divertirvi a chiedere il significato storico-simbolico di tutti gli oggetti esposti e sapientemente forgiati dalle mani di Lopergolo….per scoprire così il segreto di una “Coppa di Pitagora” che, se riempita di vino oltre una certa soglia, si svuota per “punire” l’ingordigia del povero malcapitato bevitore :-).

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Ho salutato Matera ripensando a come i suoi Sassi vennero definiti nel secondo dopoguerra: “Vergogna Nazionale”  per le scarse condizioni igienico-sanitarie delle case-grotta e il loro sovraffollamento. Ho ripensato a come, seppur così vicini, quei tempi siano sufficientemente lontani da lasciare che il degrado e la rovina restino un ricordo ormai sfocato del passato di questi rioni pietrosi così ricchi di storia al confine tra Puglia e Basilicata.