Il prodigio del Sasso Spicco al Santuario de La Verna

“È una domenica mattina come tante quella appena trascorsa. Con i primi raggi di sole che filtrano dalla finestra della camera da letto, socchiudo gli occhi anticipando di qualche minuto il risveglio di mio figlio. Nel lettino accanto a me, le sue “antenne” lo avvisano che può svegliarsi tranquillo perché la mamma è li, pronta a dargli il buongiorno stringendolo a sè. Mentre mio marito gli prepara il latte, io accarezzo le sue guance morbide come il cuscino che è intento ad esplorare con le sue paffute manine, alla ricerca di un lembo di federa da strofinare tra il pollice e l’indice per rilassarsi. In pochi secondi svuota il biberon, ma restiamo ancora qualche minuto insieme nel lettone a giocare. Un dolce ed intimo rituale che si ripete dopo ogni risveglio fino a quando, di lí a pochi minuti, si abbandonerà di nuovo tra le braccia di Morfeo e ci resterà per circa un’ora. In quei 60 minuti si consuma la “domenica tutta per me”. Un’ora o poco più in cui cerco di fare quello che un anno fa avrei distribuito nell’arco di 8 ore! 😄.  

Leggo le notizie. Che invenzione meravigliosa il cellulare e internet! Il mondo scorre sotto il mio dito e in pochi secondi posso essere ovunque e leggere qualunque cosa. Leggo di orribili attentati che purtroppo minano la fiducia di molti ad allontanarsi da casa. Dei soliti teatrini della politica. Dei meme divertenti della visita della Trump Family al Papa 🙆. Su Facebook guardo gli aggiornamenti di stato dei gruppi dedicati al viaggio a cui sono iscritta, ormai sono un’infinità! Trovo sempre cose interessanti: posti insoliti, brevi racconti di viaggio, consigli su mete poco conosciute o super gettonate. Nel mare magnum di questi post di e per viaggiatori incalliti (o rosiconi un po’ invidiosi di chi posta foto sdraiato al sole dei tropici 😄), un’immagine cattura la mia attenzione: un enorme masso dorato sospeso in qualche luogo remoto della Birmania. È il post del portale “Si Viaggia” che allude ad un’antica leggenda di cui vengo a conoscenza solo aprendo il link all’articolo a cui rimanda.

Roccia d'oro sul Monte Kyaikto _ Myanmar (immagine presa dal web)
Roccia d’oro sul Monte Kyaikto _ Myanmar (immagine presa dal web)

Non ci vuole molto perché la mia mente torni indietro di tanti anni, in luoghi ben più vicini a noi del Myanmar, e associ questa leggenda della grande roccia d’oro sospesa in bilico sul monte Kyaikto (sorretta da un sottilissimo capello di Buddha!), ad un masso meno “appariscente” sospeso anch’esso miracolosamente  nel vuoto, nel silenzioso eremo di San Francesco al Santuario della Verna: il “Sasso Spicco“.

Iniziava così il mio post destinato a rimanere nelle bozze per diversi mesi fino ad oggi. Ci ritorno su stamattina, ancora una volta grazie agli aggiornamenti di stato di Facebook. Ancora un “lá” che oggi mi arriva però dalla pagina di Lonely Planet Italia che pubblica una bella clip del lontano luogo di pellegrinaggio birmano. Di nuovo quel “miracolo” buddhista mi catapulta ai margini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Valle del Casentino
Valle del Casentino

Non posso fare a meno di notare che il caso (ma a dir la verità soprattutto la mancanza di tempo) mi ha fatto ritornare su questa mia bozza nel periodo dell’anno in cui forse l’aretino sa regalarci più emozioni…tutto sommato scriverne ora mi sembra più giusto ☺️. Siamo nella stagione più bella per vivere e scoprire queste zone con le sue splendide città, gli antichi borghi, le dolci valli e i fitti boschi, il buon cibo, l’antica storia e le sue tradizioni. È il periodo delle castagne, del tartufo, del foliage…..in autunno qui il paesaggio ti inonda di meraviglia!


Il Santuario de La Verna è un luogo solitario di pace e tranquillità, affacciato sulle splendide colline del Casentino. Conosco bene la provincia di Arezzo e porto con me tanti bei ricordi: i mercatini dell’antiquariato della prima domenica di ogni mese nel centro storico di Arezzo, l’odore dell’erba bagnata di campagna, le mangiate di crostini con i fegatini di pollo, i luoghi di Dante e Piero della Francesca e le domeniche a curiosare tra abiti e cappotti di grandi marche alla ricerca di un super affare in uno dei tanti outlet della zona.

Arezzo _ Mercato dell'antiquariato
Arezzo _ Mercato dell’antiquariato
Arezzo _ Mercato dell'antiquariato
Arezzo _ Mercato dell’antiquariato
Arezzo _ Mercato dell'antiquariato
Arezzo _ Mercato dell’antiquariato

Il complesso monastico si trova sul Monte Penna,  immerso in una rigogliosa foresta di faggi, a circa 5km da Chiusi della Verna. Le sue mura sono suggestivamente costruite sulle rocce della montagna, e il loro colore, quasi identico ai massi, fa si che sembri incastonato nel monte.

Santuario de La Verna (immagine presa dal web)
Santuario de La Verna (immagine presa dal web)

Lo si può raggiungere in macchina, ma arrivarci a piedi attraversando il bosco e poi risalendo l’antica stradina da cui si arriva all’ingresso meridionale del Santiario è senza dubbio la scelta migliore! La vista dal Quadrante, il piazzale lastricato che si affaccia da un’altezza di circa 1300 metri sulla valle del casentino, ripaga di ogni fatica.

Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Sentiero nel bosco che porta al Santuario
Piazzale del Quadrante _ Santuario de La Verna
Piazzale del Quadrante _ Santuario de La Verna

Ovunque si respira pace e armonia. Tutt’intorno la semplicità e la grazia degli edifici lasciano facilmente immaginare la vita modesta e ritirata che qui San Francesco d’Assisi riuscì a condurre lontano da ogni tentazione e ricchezza.

Santuario de La Verna
Santuario de La Verna

Sulla Piazza del Quadrante si trova la Basilica Maggiore, nella cui cappella delle Reliquie, sono tutt’oggi conservati alcuni oggetti appartenuti proprio a San Francesco e il panno di lino intriso del suo sangue. Ma il ricordo più suggestivo è quello legato alla visita al Corridoio delle Stimmate, edificato tra il 1578 e il 1582. Qui ogni giorno, dal lontano 1431, si svolge la processione dei frati al luogo dove Francesco ricevette le stigmate. La leggenda narra che una notte d’inverno, quando fuori imperversava una tormenta, i frati dovettero rinunciare alla processione. La mattina dopo trovarono nella neve le orme degli animali del bosco, che erano andati in processione al loro posto. Costruirono cosi il corridoio, affrescato con episodi della vita di San Francesco, per ripararsi anche in inverno. A circa metà del percorso, una porta coperta di chiodi consente l’accesso ad una grotta buia in fondo alla quale troviamo una lastra di roccia. Qui San Francesco era solito riposare, usando la nuda pietra come letto. Una griglia di ferro è stata posta a protezione della pietra per evitare che i visitatori, credendola miracolosa, ne asportassero dei pezzi.

La pietra dove riposava San Francesco
La pietra dove riposava San Francesco

Questa premessa doverosa solo per raccontare del mistero prodigioso per cui sono tornata con la mente in cima a questo monte: il Sasso Spicco. Sempre dal piazzale è possibile scendere in una gola che si apre fra enormi massi. Qui, dove la montagna sembra spaccata, questa imponente roccia sporge sopra un’altro grande masso. L’impressione che si ha è quella che la roccia sia staccata (il nome “spicco” significa proprio “che sporge”) e si regge solo per il contrappeso della sua parte nascosta. Sotto il riparo offerto dal sasso San Francesco pregava in solitudine, e a ricordo delle sue meditazioni, qui è stata posta una grande croce in legno.

Il Sasso Spicco
Il Sasso Spicco

Non è necessario essere credenti per salire al santuario. Non importa credere o meno al miracolo. Come succede per molti splendidi luoghi di preghiera e contemplazione, ci si reca a vederli per conoscerne la storia, apprezzarne la tranquillità, goderne il misticismo, apprenderne gli insegnamenti e abbracciarne la bellezza. Ho attraversato il bosco e raggiunto La Verna per questo e molto altro. Ho imparato la storia e contemplato l’arte.


Ho amato Arezzo, lasciato il cuore a Cortona, gustato le castagne più buone di sempre a Caprese Michelangelo (il nome non è casuale ma è proprio qui che nacque Michelangelo Buonarroti!), scoperto Città di Castello e Castiglion Fiorentino, e le sconosciute Poppi e Bibbiena e sulle tracce di Dante ho attraversato il ponte “Là dove l’Arno disdegnoso torce il muso agli aretini“, nel piccolo borgo di Giovi, dove il torrente Chiassa si immette nel fiume Arno (Una targa in travertino riporta il passo di Dante, Purgatorio XIV v.48).

Cortona
Cortona

Son venuta in questa bellissima parte di Toscana tante e tante volte, e in Autunno ho potuto vivere ogni sua meraviglia ancor più intensamente. Programmate un week end prima che arrivi il freddo, che qui si fa sentire davvero, e concedetevi il piacere di un viaggio alla scoperta di natura, arte, storia, spiritualità e ottimo cibo.

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