A 34 anni ho scoperto che, come Mary Poppins, viaggiando si può anche entrare in un quadro!
Nel lontano 1964 la tata più popolare della storia cinematografica e Bert, il suo simpatico amico spazzacamino, insegnavano a tutti i bimbi del mondo che con la fantasia è assolutamente possibile saltare in un dipinto e viverne tutte le sue emozioni e io, dopo 52 anni dal meraviglioso film di Walt Disney, vi dico che anche la realtà ci può magicamente catapultare in un mondo di colori, fiori, stradine e paesaggi impressionisti.
Ho passeggiato sulle spiagge e le strade di Monet, annusato l’odore dell’erba fresca dei prati di Renoir e mangiato cullata dal dolce suono dell’acqua del porto immortalato sulla tela da Boudin.
Un itinerario tra i pittoreschi villaggi della Normandia è un vero e proprio viaggio nell’arte fatto di colori, emozioni, profumi e sapori (dal Caneton Rouennais al gamberetto grigio di Honfleur al celeberrimo Calvados dell’omonimo dipartimento della Bassa Normandia).


Estate 2015 e un fine agosto di vacanza tutto da decidere. Il matrimonio siciliano di una delle mie più care amiche da tempo stabilito per il 28. Dobbiamo essere a Milazzo per quella data e non possiamo “allontanarci troppo”. Dove e come si va?
Come di consueto si torna a Milano il 18 Agosto dopo la prima parte del mese trascorsa in famiglia in quel di Romagna e a Roma per il ferragosto. Le nostre nozze imminenti (ad Ottobre!) e la luna di miele di circa un mese programmata per passare l’autunno in giro tra il Giappone e le isole Hawaii (poi saltata per la mia dolce attesa 🙂 ), unita ad un inizio di otite di cui siamo vittima entrambi :-S, ci impongono di non strafare ma alla fine….
9 giorni, una macchina comoda, circa 3.000 km percorsi per esplorare la splendida regione della Normandia e tornare in tempo per il nostro volo su Catania. Sappiamo dove vogliamo arrivare (le spiagge dello sbarco) ma non le tappe intermedie che decideremo di volta in volta lungo il tragitto.
Partendo da Milano sufficientemente documentati su quello che ci sarebbe piaciuto vedere, la scelta delle città in cui fare sosta si è rivelata a posteriori azzeccatissima per avvicinarsi e poi esplorare la regione: 1 notte a Ginevra, 2 a Parigi, 3 a Rouen, 2 a Lione. Bagagli pronti, kit delle medicine con noi e i colori dei quadri impressionisti studiati al liceo nella memoria che poi scorreranno meravigliosi nella loro realtà davanti ai nostri occhi, fuori dal finestrino e a piedi intorno a noi.

Si parte nel tardo pomeriggio e dopo circa 4 ore e mezza posso leggere l’ora direttamente dall’orologio fiorito di Ginevra e veder zampillare la Fontana sul lago simbolo della città. Ci sistemiamo nella camera dell’Hotel Auteuil prenotata via cellulare in macchina tramite booking.com approfittando di un’offerta dell’ultimo minuto (ma siamo in Svizzera e trovare un hotel a prezzi decenti è praticamente impossibile!). Abbiamo giusto il tempo di goderci una cena. Il caso ci porta al ristorante Cibus, uno dei pochi ancora aperti e pronti a servire un pasto dopo le 10 di sera…ovviamente è italiano 🙂

Come sapete evito sempre all’estero i locali italiani, non perché li ritenga meno meritevoli ma, semplicemente perché fuori da casa la curiosità mi spinge a provare i sapori tipici del luogo in cui mi trovo e così, mi siedo un po’ controvoglia. Ordino piatti nostrani che assaggio piuttosto scettica ma poi, con mia enorme sorpresa, mi gusto una buonissima cena nella “casa” di Ernesta, la squisita proprietaria del ristorante. Pugliese di nascita ma cittadina del mondo, Ernesta ci racconta la sua storia affascinante che l’ha portata in Svizzera nel 2013 dopo una vita trascorsa in giro per il globo grazie al suo vecchio lavoro di hostess per Alitalia. 2 figli e una grande passione: la cucina. Lo chef, napoletano, ci prepara due piatti di carne buonissimi e due favolosi dessert (fiore all’occhiello di Cibus!!). Questa dolce mamma e sagace imprenditrice diventerà una lettrice del mio blog 🙂

Il mattino dopo di buona lena, dopo un veloce giro a piedi nel centro città, ci rimettiamo in marcia. L’obiettivo è quello di avvicinarci il più possibile alla Normandia. Più km maciniamo meno faticoso sarà riprendere il viaggio il giorno successivo. Dove fermarsi? Naturalmente a Parigi!
Ci aspettano 6 ore e mezza di autostrada ma non possiamo scegliere altra tappa che non sia la Ville Lumiere. Troppo tempo è passato dall’ultima volta che l’abbiamo vista e non abbiamo avuto il piacere di visitarla insieme in passato, quale occasione migliore dunque per crearci il “nostro” ricordo della città dell’amore? 🙂

Il primo incontro lo facciamo con la Senna e il Louvre, poi ancora L’Opéra e Place De la Concorde. Anche qui mentre mio marito è al volante io scelgo l’hotel per una notte (che poi diventeranno due per la bellezza del boutique hotel, la voglia di riposarci un po’ e quella ancora più grande di vedere insieme la città) e dopo un’attenta analisi dei rapporti qualità prezzo e delle recensioni dei clienti, opto per un particolarissimo Boutique Hotel di design: Hotel Secret de Paris, un vero gioiello ai piedi di Montemartre e a 10 minuti di cammino dal Moulin Rouge. E’ una struttura elegante, originale, piccola e accogliente, dall’atmosfera retrò resa ancora più marcata dal mobilio e dal delicato sottofondo musicale anni ’20 che ci accompagna nella hall e nelle scale . Solo 6 camere, tutte dedicate ai più noti simboli della città: Tour Eifferl, Opera Garnier, Trocadéro, Musée d’Orsay, Atelier d’Artiste e Moulin Rouge. Noi abbiamo il piacere di dormire in quest’ultima piccola romantica stanza tutta rossa dedicata al celebre mulino 😉 . Le foto sono più eloquenti delle parole ma entrambe devono essere dosate con parsimonia per “mantenere il segreto” su quanto nascosto in questo misterioso hotel! 😉




La prima sera ceniamo all’aperto in un ristorantino a pochi passi dall’hotel che vi consiglio vivamente: le Vaisseau Vert . Ottimi tutti i piatti, dai sapori gustosi e l’aspetto magnifico grazie alla curatissima presentazione. Una cena perfetta in una fresca serata parigina che si conclude con una passeggiata fino al tempio del Cancan (sconsiglio lo spettacolo ormai troppo turistico, troppo costoso e con troppa coda al botteghino per lo più costituita da turisti piuttosto anzianotti e “stereotipati” :-D)


Per me è la terza volta a Parigi, il fatto di conoscerla già mi consente di viverla senza fretta il giorno seguente, che dedichiamo tutto alla scoperta di uno dei quartieri per me più belli della città: Montmartre.



Scopro angoli mai visti prima, forse proprio perché non distratta dalla lettura di una guida e senza l’ansia dello scorrere del tempo che la prima volta sembra essere sempre troppo poco per vedere tutto!
Così al Passage des Abbesses noto la parte anteriore di una bicicletta attaccata al muro che invita a pedalare in pace 😀 e poi una piccola folla di persone, per lo più coppiette, tutte intente a fissare un muro blu e bianco. Da lontano mi balzano agli occhi in un primo momento solo il suo intenso colore e una sexy figura femminile poco sopra che recita: “Aimer c’est du desordre…alors aimons!”


Avvicinandomi i tratti di quella donna ammaliante mi diventano più “familiari” e riconosco in lei Rita Hayworth e piano piano anche tutte le scritte su quel muro color cobalto acquistano un significato: Ti amo in tutte le lingue del mondo.
Siamo arrivati per caso sulle prime pendici della collina di Montmartre nello Square Jehan Rictus di fronte al “mur des Je T’Aime”, il Muro dei “Ti Amo”, un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron. Scoprirò solo dopo che Baron cominciò a chiedere ai suoi vicini stranieri di scrivere la romantica frase fino a raccogliere più di 300 “Ti Amo” in lingue e dialetti di tutto il mondo, dall’Indiano «nian’-ni-né-sné-i-kou-nou», passando per il più noto “Te quiero” spagnolo al Sudafricano «èk-èt -you- lif». Questa romantica opera d’arte è composta da 612 piastrelle di colore blu grandi 21cm per 29 con la scritta ”Ti Amo” in bianco. Il silenzioso pellegrinaggio di coppiette in questo “tempio dell’amore” è molto più discreto di quello che ogni giorno invade il cortile su cui si affaccia il balcone di Giulietta a Verona o la moltitudine di ragazzini armati di lucchetti che si riversa a Roma a Ponte Milvio. Non so se è una casualità oppure semplicemente la minore notorietà di questo angolino di Parigi che, proprio perché non assalito dai turisti, mi lascia un bel ricordo nel cuore già mentre scattiamo l’ultima foto di rito dopo aver cercato il “ti amo” nella nostra lingua.
Proseguiamo la passeggiata salendo a piedi alla Basilica del Sacro Cuore continuando a notare tanti piccoli particolari sfuggiti in passato e una volta in alto, anche se il tempo non è dalla nostra parte, la vista sulla città è sempre incredibilmente magnifica.

Non voglio lasciare Parigi prima di aver visto scintillare la Torre Eiffel dalla Terrazza del Trocadero e aver salutato alle luci della sera la grandiosa Notre Dame. Si cena così in un altro buonissimo e caratteristico posticino in Rue Descartes: La Maison De Verlaine (una cena tradizionale francese gustata nell’edificio dove visse e morì il celebre poeta Paul Verlaine) dopo aver scattato qualche foto al simbolo d’acciaio di Parigi da uno dei migliori punti panoramici. Concludiamo la nostra ultima sera nella Ville Lumiere bevendo un Mojito gigante proprio a pochi metri dalla Cattedrale.


La mattina, dopo una doverosa colazione con latte e pan au chocolat, ripartiamo puntando dritto in Normandia….. Non ci restano molti giorni per vedere tutta la regione (rimandiamo Mont Saint Michel e dintorni ad un prossimo viaggio) e dobbiamo optare necessariamente per una base comoda in cui dormire 3 notti e che ci consenta di spostarci nei dintorni tranquillamente in giornata.
La meta perfetta sembra essere Rouen…..
Al prossimo post per proseguire insieme il nostro viaggio nei quadri di Monet! 😉
Uauhh!! Ho viaggiato con te con il fiato sospeso. Un vero tour de force 😦 Nel tuo post hai menzionato tanti luoghi e cose che ci accomunano. Milano, io qui ci vivo. Catania, luogo d’origine e dove ritorno ogni tot numero di anni. Parigi meravigliosamente bella e….. dulcis in fundo la Normandia. Uno dei miei viaggi più belli e con tanti luoghi da esplorare. Se fai un giro qua : https://viaggiandoconbea.wordpress.com/2013/10/04/normandia-verso-le-spiagge-del-d-day-e-non-solo/
o qua : https://viaggiandoconbea.wordpress.com/2013/08/17/le-mont-saint-michel-bretagna-o-normandia/
non potrà che venirti la voglia di buttare due cosucce in un trolley e ripartire. Ciaoooo
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Ricambio i complimenti perché il primo ricordo proprio di averlo letto tempo fa!!! 👏🏼
Tra poco mi leggo anche il secondo ……
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Uno scambio di punti di vista e di foto arricchisce la nostra curiosità di viaggiatrici . Ciaoo
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👍🏻👍🏻 concordo!
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Tu mi parli di viaggio in punta di pennelli impressionisti e io ne vengo proprio da un viaggetto a Parigi nel corso del quale ho toccato varie tappe di un percorso impressionista della città. Te lo propongo qui: https://viaggimarilore.wordpress.com/2016/03/18/la-parigi-degli-impressionisti-6-tappe-itinerario/
Personalmente mi sono emozionata a Montmartre davanti al Moulin de la Galette, cioè… esiste sul serio! 😀
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Andrò a Parigi a fine mese prossimo! 🙂
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