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Il 25 Dicembre è alle porte…cosa comprare e cosa chiedere a Babbo Natale per far felice un globe-trotter? 

Ragazzi manca veramente pochissimo al Natale e, dite la verità, siete ancora in alto mare con la lista dei regali 🙆!

Siete in cerca di idee originali per amici e parenti o anche per voi? Sappiate che ho passato gli ultimi mesi ad aguzzare la vista in giro e online alla ricerca di idee originali da autoregalarmi o da suggerire come regalo e mai come quest’anno, l’offerta mi è sembrata tanto vasta, particolare e bellissima!

Sembra essere esplosa la wanderlust mania: carte geografiche e globi sono ovunque. Gli italiani a quanto pare si sono scoperti un popolo di incalliti viaggiatori oltre che Santi, Poeti e Navigatori.

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Viaggiare è sognare, viaggiare è vivere (a Tokyo!)


Martina e Francesco: una bella storia d’amore la loro, una scelta di vita coraggiosa e un futuro ancora tutto da scrivere.
Quando il pensiero “mollo tutto e ricomincio lontano” ti entra nella testa è difficile farlo uscire. Quando senti che è il momento di partire devi avere il coraggio di buttarti e sperare che vada come progettato. In due è più facile. Arriva il cuore a darti una mano, ad “alleviare il peso” della scelta  e a farti sentire a casa in qualunque posto nel mondo purché accanto  alla persona amata. Con questa unica certezza Martina può andare ovunque. Il coraggio non le manca, un pizzico di follia nemmeno 🙂 .
Ci conosciamo qualche anno fa per motivi di lavoro ed entriamo subito in sintonia. Pochi mesi fa la notizia del suo trasferimento a Tokyo.
Terra bellissima e lontanissima il Giappone. Per me la meta di un viaggio di nozze saltato per la notizia dell’arrivo di un bebè 🙂 , per lei il luogo dove avrà inizio la sua vita dopo il matrimonio! E allora la seguo su Face Book incuriosita e le chiedo di raccontarmi questo suo Giappone. Di provare a mettere nero su bianco cosa si prova a costruirsi un futuro in un paese tanto lontano che del futuro è da sempre il simbolo! Me lo racconta così.
Buona vita, buoni viaggi e buoni sogni Martina!

Martina e Francesco dalla Tokyo Sky Tree
Martina e Francesco dalla Tokyo Sky Tree

Mi sembra ieri che io e il mio fidanzato fantasticavamo sulla nostra vita all’estero. Non era la pianificazione di una fuga da un Paese che non ci piaceva, entrambi avevamo un bel lavoro, una casa dove vivere insieme, amici fidati e una famiglia amorevole. Eppure una forte curiosità prendeva, giorno dopo giorno, sempre più forma dentro di noi. La forma variava in base alle reciproche esperienze, si passava dalla forma dell’Australia, Paese di subacquei e surfisti, dalla terra rossa, dall’aria calda e frizzante, alla forma del Canada, rilassante con le sue distese verdi e il calore di un caminetto sempre acceso. Altre volte i nostri desideri prendevano la forma di isole tropicali, in base a ricordi di viaggi passati, qualsiasi isola andava bene per impostare la nostra nuova vita in costume: St.Barth, Bahamas, Mauritius, Santo Domingo, Cuba e chi più ne ha più ne metta. Alcune volte invece rimanevamo su scelte più classiche come Singapore (la Svizzera d’Oriente!) o gli Stati Uniti. Anche noi vivevamo il nostro sogno americano ma ogni volta, la difficoltà del visto, del lavoro, il fatto di non trovare le condizioni ideali ci trattenevano. D’altronde non eravamo più ragazzini appena laureati, avevamo già 30 anni e si sa, a questa età una scelta può segnare drasticamente il percorso della tua vita futura. Finché, a furia di cercare con dedizione, le tue condizioni ideali le trovi. Continua a leggere Viaggiare è sognare, viaggiare è vivere (a Tokyo!)

Da Bahia Blanca a Nairobi passando per Milano. Bruno Cerella ci racconta il suo viaggio tra basket e solidarietà

Oggi voglio raccontarvi una storia che parla di sport, viaggi, coraggio, passione e solidarietà. Voglio parlarvi della determinazione di un ragazzo e del suo sogno, di un’idea che con impegno e costanza si è trasformata in opportunità per tanti giovani meno fortunati di lui che vivono nelle baraccopoli all’ombra del Kilimanjaro e sotto il sole dell’equatore.
Per farlo però mi piace partire da molto lontano, precisamente dalla metà degli anni 90’, quando avevo circa 15 anni e 3 grandi passioni: Michael Jackson, viaggiare (che allora più che altro era un sogno nel cassetto da realizzare quanto prima) e i Chicago Bulls.
Una giovane ragazzina italiana che al sabato pomeriggio, sfogliando le pagine di Magic Basket, si sintonizzava su Telemontecarlo per seguire le spettacolari esibizioni (il basket americano ragazzi è prima di tutto un incredibile show!) di Michael Jordan e compagni commentate da Guido Bagatta e dal compianto Tullio Lauro.
In quei sabati al cardiopalma ho perso la voce e anche il sonno (visti gli orari improponibili in cui spesso mandavano in onda le partite e i servizi speciali NBA in Italia!!!) tifando davanti la tv i miei miti e ho esultato commossa quel famoso 14 giugno 1998 quando, a soli 5,2 secondi dalla fine della partita, MJ realizzava l’ultimo capolavoro della sua carriera sportiva: un meraviglioso tiro decisivo contro gli Utah Jazz di Karl Malone e John Stockton che valse ai tori di Chicago il titolo di campioni NBA.
Oggi non ascolto più il Re del pop, e il cassetto dei viaggi per mia fortuna l’ho aperto per trasformare davvero molti di quei sogni in splendide realtà. Non seguo più quel basket. Michael Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman, Steve Kerr non calcano più i parquet dei palazzetti USA e l’NBA per me ormai è solo un vecchio ricordo, più o meno lontano nel tempo, di cui mi restano le registrazioni delle più belle partite in VHS e la mia collezione di card con tutti i giocatori di quell’ultima (per me!) grande stagione.

Canestro decisivo di MJ alla finale NBA contro gli Utah Jazz
“The last shot” _ Canestro decisivo di MJ nella finale NBA contro gli Utah Jazz

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