Martina e Francesco: una bella storia d’amore la loro, una scelta di vita coraggiosa e un futuro ancora tutto da scrivere.
Quando il pensiero “mollo tutto e ricomincio lontano” ti entra nella testa è difficile farlo uscire. Quando senti che è il momento di partire devi avere il coraggio di buttarti e sperare che vada come progettato. In due è più facile. Arriva il cuore a darti una mano, ad “alleviare il peso” della scelta e a farti sentire a casa in qualunque posto nel mondo purché accanto alla persona amata. Con questa unica certezza Martina può andare ovunque. Il coraggio non le manca, un pizzico di follia nemmeno 🙂 .
Ci conosciamo qualche anno fa per motivi di lavoro ed entriamo subito in sintonia. Pochi mesi fa la notizia del suo trasferimento a Tokyo.
Terra bellissima e lontanissima il Giappone. Per me la meta di un viaggio di nozze saltato per la notizia dell’arrivo di un bebè 🙂 , per lei il luogo dove avrà inizio la sua vita dopo il matrimonio! E allora la seguo su Face Book incuriosita e le chiedo di raccontarmi questo suo Giappone. Di provare a mettere nero su bianco cosa si prova a costruirsi un futuro in un paese tanto lontano che del futuro è da sempre il simbolo! Me lo racconta così.
Buona vita, buoni viaggi e buoni sogni Martina!

Mi sembra ieri che io e il mio fidanzato fantasticavamo sulla nostra vita all’estero. Non era la pianificazione di una fuga da un Paese che non ci piaceva, entrambi avevamo un bel lavoro, una casa dove vivere insieme, amici fidati e una famiglia amorevole. Eppure una forte curiosità prendeva, giorno dopo giorno, sempre più forma dentro di noi. La forma variava in base alle reciproche esperienze, si passava dalla forma dell’Australia, Paese di subacquei e surfisti, dalla terra rossa, dall’aria calda e frizzante, alla forma del Canada, rilassante con le sue distese verdi e il calore di un caminetto sempre acceso. Altre volte i nostri desideri prendevano la forma di isole tropicali, in base a ricordi di viaggi passati, qualsiasi isola andava bene per impostare la nostra nuova vita in costume: St.Barth, Bahamas, Mauritius, Santo Domingo, Cuba e chi più ne ha più ne metta. Alcune volte invece rimanevamo su scelte più classiche come Singapore (la Svizzera d’Oriente!) o gli Stati Uniti. Anche noi vivevamo il nostro sogno americano ma ogni volta, la difficoltà del visto, del lavoro, il fatto di non trovare le condizioni ideali ci trattenevano. D’altronde non eravamo più ragazzini appena laureati, avevamo già 30 anni e si sa, a questa età una scelta può segnare drasticamente il percorso della tua vita futura. Finché, a furia di cercare con dedizione, le tue condizioni ideali le trovi.

Adesso quel ragazzo è mio marito e nonostante il tempo abbia sancito entrambi come persone appartenenti alla sfera adulta, quella “dai piedi per terra che pensano alla famiglia” per intenderci, noi non siamo cambiati molto e rimaniamo dei fanciulli sognatori, innamorati della vita e assetati di esperienze. Il viaggio di nozze alle Fiji ci ha fatto ancora fantasticare su un futuro fatto di parei e gente allegra e sorridente. Eppure questa volta era diverso. Perché noi il nostro grande passo all’estero, alla fine, l’avevamo già fatto. Si, la nostra avventura in giro per il mondo era già cominciata, e questa volta, non più da turisti. Dove ci ha portato il destino? In un posto che non avrei mai creduto neanche di visitare: il Giappone. A essere del tutto sincera non era tra le mie mete desiderate di viaggi futuri. Semplicemente non mi incuriosiva. Tuttavia eccomi qui, a scrivere questo articolo per un’amica che come me ha l’anima coraggiosa di chi nella vita preferisce andare avanti e affrontare le difficoltà dei cambiamenti a testa alta, consapevole che l’aver scelto una vita piena di emozioni ci ripagherà sempre. Perché è esattamente questo che vi dico. Dopo diversi mesi passati nel Sol Levante, non è tutto rose e fiori ma quello che poi rimane dentro vale più dell’oro.

Allora voglio raccontare un po’ questo Paese, ormai casa mia, così lontano dal nostro ideale di vita che anche solo abituarsi all’idea sembra impossibile. Le piccole abitudini di prima non ci saranno più, i punti fermi della tua vita non potranno più darti sicurezza. Tu non sarai più tu, o meglio, sarai una persona nuova. Migliore o peggiore dipenderà, come sempre, solo da te. Il passaggio per accettare questo lutto è lungo e faticoso ma quando finalmente ci riesci, è allora che inizierai a guardarti intorno e a riconoscerti in questa terra lontana.

Anche i Giapponesi si svegliano la mattina, vanno a lavoro, tornano a casa, a volte escono con i colleghi, qualche altra con gli amici. Per ora sembra tutto abbastanza normale fino a quando non ti trovi a dover interagire con loro (attenzione!! non parlo delle persone che lavorano in hotel o nelle strutture adibite alla ricezione di turisti).
Appena incontri un giapponese ti rendi conto che le lingue che conosci e che, bene o male, ti hanno sempre salvato in molti viaggi, qui non ti serviranno affatto. Prima crisi di panico.
Il secondo punto importante da affrontare è relativo alle necessità primarie come mangiare. Per nutrirti scopri ben presto che tutto ciò che hai imparato del galateo non ti farà fare bella figura in un pranzo di lavoro o tra amici, allora ti guardi intorno e imiti gli altri anche se ti rendi conto che non sarai mai in grado di risucchiare i noodle così rumorosamente e di gusto senza uscire dal ristorante completamente fradicio. Ma te la cavi, pensi che il cibo che stai mangiando è diverso ma allo stesso tempo buonissimo quindi sei felice, fino a quando non scopri che stai mangiando retto di maiale oppure lingua di mucca. Come fai a saperlo? Semplicemente non puoi. Lo scopri dopo settimane o mesi che li mangi, appena capita di tornare al tuo ristorante di fiducia con un ‘expat’ che vive da anni in Giappone e che, ridacchiando di gusto, ti illumina che da tempo, ormai, ti nutri di interiora. Allora ti rendi conto che è arrivata l’ora di studiare il giapponese. Seconda crisi di panico. Si, mediamente ci vogliono due anni per avere un livello ‘base’ di conoscenza della lingua. Quando inizi a essere seriamente preoccupata per la tua salute e la tua alimentazione decidi, quindi, di andare a fare la spesa al supermercato. Terza crisi di panico. Nulla di ciò che conosci, nulla che sai cucinare si trova al supermercato. Esiste un angolo per i prodotti italiani che mediamente costano come andare fuori a cena per due settimane in gruppo, allora ti dici: posso imparare, posso farcela. Ed è così. Solo col tempo, la costanza e l’amicizia con una ragazza giapponese che incontri al supermercato e parla italiano, piano piano scopri che il Giappone è un posto che può dare tanto (si, come sempre la fortuna aiuta nella vita).
Ti rendi conto della magia di questo posto quando, dopo 5 mesi, ti senti bene, sei in forma e scopri di essere dimagrita 4 Kg senza fare nessuna rinuncia e mangiando sempre benissimo (e tantissimo, come piace a me).
Un’altra esperienza incredibile è interagire con le persone. Anche quando puoi parlarci, la loro estrema gentilezza a priori, nonostante sia inizialmente piacevole, a lungo andare può dare ai nervi soprattutto per una come me che fa dell’essere trasparente e spontaneo il principale sistema di valutazione di sé stessa e delle persone che ha intorno. Quando ti trovi all’interno di una capsula che avevi scambiato per una lampada solare e che invece è una camera iperbarica, mentre ti senti gli occhi che schizzano fuori dalle orbite, credetemi, il sorriso riverente della signorina che ti guarda dallo specchio mentre pensi di morire, ti evocherà, in poco tempo, reazioni lontane dall’essere gentile.

In Giappone le giornate diventano ogni giorno un’avventura. Si passa dai rumori della città, al bosco di bambù di Arashiyama dove finalmente riesci a respirare la magia di una cultura millenaria basata sulla bellezza, l’armonia, il rispetto per gli altri. Dal consumismo più estremo al relax di una spiaggia raggiungibile con quaranta minuti di metropolitana. Ti rendi conto che il Giappone, come molti altri posti nel Mondo è un Paese di contraddizioni, un po’ come siamo noi, contraddittori e mai abbastanza grati per quello che abbiamo. L’avventura più incredibile è comunque potersi sentire a casa anche dall’altra parte del mondo, oggi in Giappone domani chissà. Certo, la famiglia e gli amici mancano come l’aria, ma l’amore del tuo compagno di vita, della nostra famiglia e quella che sarà, ovunque sarà, sa scaldare il cuore anche qui… dove il vento oceanico tira forte.
Ora, da Omotesando a Tokyo, dove sto scrivendo, vi mando un grosso abbraccio…. devo andare a casa 🙂 🙂 .
Ma che meraviglia, cara, come sempre viaggio quando leggo i tuoi articoli. Mi sono talmente immedesimata che per un attimo ho pensato di essere io a vivere a Tokio e non Martina, che, come te, è molto brava a raccontare … E tu? Come stai? Come procede il “pancione” ? Spero ti permetterà di tornare più spesso nel blog, è un piacere immenso leggerti, potrei intitolare le mie visite qui “In viaggio con Lady” … Grazie per queste belle occasioni. 🙂
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Ma grazie mille! La gravidanza procede bene….mi sa che sarà un bel monello perché non fa che scalciare 😍
Sto preparando un nuovo post sul viaggio in Normandia…spero ti piacerà! Che bello sapere che riesco a farti “viaggiare” insieme a me 🌹🌹🌹🌹
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Mi piacciono sempre molto i tuoi articoli, peccato che il “monello” non ti lasci un po’ più di tempo per scrivere, ma sono contenta che tu stia bene. Preparo i bagagli per la Normandia … 🙂
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😘
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Bellissimo racconto…anche io e il mio compagno stiamo pensando di trasferirci in Giappone…ancora qualche anno, il tempo di studiare la lingua!
Intanto continuiamo ad andarci ogni volta che possiamo!!
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Complimenti! non sono ancora stata a Tokyo, ma leggendo il tuo post e come se la conoscessi da tempo. Un abbraccio e al prox viaggio-dream<3
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Conosco il Giappone, avendoci vissuto. Ero un nerd pseudo-otaku. Ora, grazie a Dio, non più. Però in Giappone ci tornerei. Anche volentieri.
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