Il 25 Aprile 2007, complice la splendida giornata di sole e le temperature quasi estive del litorale laziale, salpo con un gruppo di amici dal porto di Nettuno diretta a Ponza per una piacevole giornata in barca.
Il programma “fai da te” prevede una sosta veloce a Palmarola ma la scoperta di questo paradiso naturale e la sua inaspettata bellezza ci trattengono più del previsto e, dimenticatici della regina delle isole Pontine, trascorriamo il giorno ad esplorare le coste frastagliate di questo piccolo gioiello disabitato.

L’isola è una riserva naturale a circa 10km ad ovest di Ponza, meno conosciuta della sua illustre vicina e delle altre isole che compongono l’arcipelago pontino: S. Stefano, Ventotene, Gavi, Zanone.
Per i Romani come me (e per gli appassionati di immersioni!), questi luoghi diventano meta gettonatissima per trascorrere i caldi week end estivi all’insegna di sole, mare, divertimento e gustose cene di pesce.
Prima di capitarci così, letteralmente per caso, confesso che non conoscevo Palmarola. Non ne avevo sentito parlare e difficilmente avrei potuto credere a chi mi dicesse che, a sole 60 miglia nautiche dalla capitale, si potesse trovare un mare così meraviglioso ed un luogo magico ancora incontaminato, dove il turismo di massa non è arrivato a danneggiare il paesaggio.
Sicuramente la visita “fuori stagione” e l’idilliaco approccio all’isola “via mare”, hanno reso l’esperienza ancora più piacevole ma, la bellezza e i colori di questa terra non lasciano alcun dubbio sulle motivazioni che hanno spinto illustri personaggi, come Folco Quilici e Jacques Cousteau, a definirla l’isola più bella del mondo!

Tantissimi gli approdi naturali e gli scorci mozzafiato. Scogli, grotte e faraglioni ne fanno un ambiente davvero spettacolare. Incredibili i colori del mare che spaziano dall’azzurro turchese al verde smeraldo lasciando letteralmente incantati e ricchissima la vegetazione che disegna i contorni dei rilievi dell’entroterra.
Ma la peculiarità del luogo risiede soprattutto nella sorpresa che riservano al visitatore le pendici delle sue alture…
Nascoste agli occhi degli osservatori meno attenti, le numerose cavità della roccia celano la caratteristica più singolare dell’isola:
la presenza di una decina di case-grotta.
Scavate dai ponzesi a partire dal ‘700 principalmente per pescare o come buen retiro lontano dal caos di Ponza, queste abitazioni spartane e comode quanto basta, hanno svolto in passato una funzione prettamente abitativa per poi essere adibite col tempo anche a depositi per attrezzi agricoli.
Oggi Palmarola è abitata solo d’estate dai pochi fortunati ponzesi che vi si rifugiano e pensate che le uniche costruzioni dell’isola sono proprio queste caratteristiche “case”, i due piccoli ristoranti a Cala del Porto e la villa delle sorelle Fendi, custodita durante l’anno da quello che si può definire l’unico vero abitante dell’isola 🙂 .

Che arriviate con un’imbarcazione privata o con i collegamenti giornalieri veloci da Ponza, siate audaci e, come noi, provate a chiedere di poter visitare l’interno di una delle case grotta se siete abbastanza fortunati da imbattervi in uno dei suoi proprietari.




Dopo qualche ora passata tra i faraglioni e le calette, decidiamo di fermarci proprio dove da lontano aveva catturato la nostra attenzione un signore intento a trafficare sulla “terrazza” di una casa. Ancoriamo la barca e incuriositi risaliamo la parete di roccia fino ad arrivare alla porta d’ingresso. L’accoglienza è calorosa! Il proprietario, per nulla infastidito dalla nostra discreta curiosità, ci invita ad entrare, ci lascia scattare foto e ci racconta di come trascorre le giornate a pescare con il figlio.
la vista dall’alto è meravigliosa! il silenzio è interrotto solo dai gabbiani e dal rumore del mare e resta difficile credere come si possa vivere così, ad un passo da tutto, facendosi bastare il niente o poco più! Percorso l’umidissimo corridoio che porta all’altra estremità del promontorio e della casa, ci aspetta la finestra più suggestiva da cui abbia mai avuto il privilegio e la fortuna di osservare il mondo: una fessura ricavata nella roccia a pochi metri dal mare che lascia contemplare, immersi in una pace surreale, il panorama circostante.



La giornata purtroppo passa veloce, il sole comincia a calare, ancora il tempo di un caffè e si è fatta già l’ora di riprendere la navigazione verso casa……la brezza marina piuttosto fredda di Aprile punge la nostra pelle mentre, assorti nei nostri pensieri, ci lasciamo alle spalle questo paradiso terrestre dove sarebbe bello poter tornare per fare quel tuffo nelle sue limpidissime acque che la temperatura di quel lontano 25 Aprile non mi ha concesso di fare ormai più di 7 anni fa! 🙂