Ricordo un vecchio libro di antichi miti e leggende. Lo leggevo da bambina per conoscere le gesta di Apollo, Poseidone, Teseo, Medea…. per provare a capire il mondo degli Dei e degli eroi greci e romani. Ricordavo che quel libro era ancora lì tra i “tesori” di mio padre, custodito gelosamente dal lontano 1953. Il 26 febbraio del 2015 quel ricordo, per il mio compleanno, è tornato tra le mie mani per prendere di nuovo vita nelle mie letture serali prima di dormire.
Ho sognato un mostro di origine divina, con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di drago! Dalle sue orrende fauci sputava lingue di fuoco. Sembrava invincibile ma dal cielo è arrivato un giovane (Bellerofonte), su un cavallo alato (Pegaso), che lo ha trafitto ed ucciso. Il mostro non c’è più ma il suo fuoco non si è spento. Ho sognato fiammelle bruciare ancora su un monte lontano. Sono nell’antica Licia, il riverbero del sole sulla bianchissima spiaggia di Olympos mi acceca. Mi dicono che non lontano da lì, in un fitto bosco, sulla sommità di un monte roccioso, si può ancora provare ad inseguire e raggiungere la Chimera! E’ notte, ho solo una torcia con me, intorno buio e silenzio. Mi avventuro nel sentiero e cammino in salita per quasi un’ora tra rocce sconnesse e alberi urlanti scossi dal vento. Nel mezzo della foresta, piccole fiammelle escono dall’arida roccia. Sono tantissime. Provo a spegnerle ricoprendole di terra ma è impossibile soffocare quel fuoco. La Chimera è ancora lì, proprio dove giace il suo corpo esanime ma ardono ancora le sue fiamme per l’eternità.
Apro gli occhi, il libro è chiuso sul comodino. Non l’ho letto stasera. Accendo il PC. Turchia _ Estate 2007. Non è stato un sogno. Non l’ho immaginato. La Chimera esiste davvero e l’ho vista con i miei occhi in una notte d’Agosto non lontano dal piccolo villaggio di Cirali 🙂
Nell’Agosto di ormai 9 anni fa, mi trovavo in uno dei tratti di costa più belli di tutta la Turchia: la costa Licia, soprannominata la costa turchese, il cui perché è di facile intuizione per chi quella zona ha avuto la fortuna di vederla. Le calette, i paesaggi incontaminati e le magnifiche scogliere che si susseguono dalla cittadina di Antalya al bellissimo paesino di Kas sono lambite da un mare azzurro limpidissimo, solcato da vecchi caicchi e puntellato da antichissimi siti archeologici. Ho amato questa Turchia. Va esplorata assolutamente in piena autonomia ed in macchina per poterne davvero vivere e respirare la vera essenza, puntando poi dritto al nord verso Smirne ed Efeso (se siete lì in Agosto saltate come ho fatto io l’affollatissima zona di Bodrum e Marmaris!!), spingendosi in Cappadocia e concludendo il viaggio ad Istanbul.
Ricordo di aver letto di quelle buffe fiammelle proprio lungo il viaggio e di aver subito avvertito riaffiorare nella memoria il mito di Bellerofonte. Se esiste davvero un luogo dove dalla terra esce misteriosamente un fuoco che è impossibile spegnere, perché non andare a vederlo di persona? 😉
Avventuratevi di notte, anche se può sembrare più “difficoltoso” o addirittura “spettrale”, ma vi assicuro che così potrete evitare le orde di turisti (che pare di giorno siano persino capaci di improvvisare fugaci falò con tanto di braci e salsicce!) e ammirare in assoluto silenzio (o quasi) un fenomeno dovuto alla fuoriuscita dal monte di gas metano che a contatto con l’aria si incendia e regala, a noi sognatori ed amanti del mito, l’ illusione di camminare davvero su ciò che resta della Chimera, uccisa proprio qui su questa scogliera!
Ormai sazi, siamo pronti per raggiungere i piedi del Monte Olimpo e dirigerci nel parco di Yanartas (in turco “Roccia Ardente”). Siamo nel bel mezzo dei Monti Bey, a circa 7 km dal villaggio di Olympos. Lo spiazzo nel bosco dove brillano nel buio le fiamme immortali si trova a 250 metri di altezza nella foresta ed è raggiungibile con una bella salita piuttosto impegnativa (soprattutto al buio) di circa 45 minuti. Siamo saliti ben dopo la mezzanotte con un semplice equipaggiamento composto da: una torcia in 4 (affittata nel baracchino all’ingresso del parco ed assolutamente indispensabile!), una macchina fotografica e una videocamera per riprendere emozionati la nostra salita al buio nel bosco come fossimo i protagonisti di “The Blair Witch Project” 😀
Arrivati in cima le fiammelle, dopo secoli, sono lì ancora vive. La roccia erutta spontaneamente da tante piccole fenditure nel terreno e mentre noi siamo lì ad ammirare in silenzio uno spettacolo unico, proprio sotto di noi, sulla bella spiaggia di Cirali, qualche tartaruga Caretta Caretta sta deponendo le sue uova mentre altre si schiudono lasciando correre verso il mare i piccoli prima che faccia giorno! La mattina dopo siamo lì, facendo attenzione a non calpestare le uova deposte e a vedere le piccole impronte lasciate nella notte dalle tartarughine e alzando poi lo sguardo verso il monte alle nostre spalle, salutiamo la nostra Chimera……
Fantastico! Il mito che prende forma! Se vuoi vedere dal vero la Chimera, sottoforma di statua in bronzo, vieni al Museo Archeologico Nazionale di Firenze! Io lavoro lì, sarò lieta di presentartela 😊
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👌👍 affare fatto! Appena ricapito a Firenze passo a conoscere te e la Chimera!
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La Chimera sarà contentissima! E io pure! 😀
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