Ore 17.00 del 4 Aprile 2013, davanti a noi 860 km e circa 8 ore e 30 minuti per raggiungere la meta: La Valle della Loira.
A nostra disposizione soltanto 2 giorni per un viaggio on the road che ci porterà a macinare migliaia di km in un paesaggio da fiaba, costellato di borghi antichi nascosti tra i boschi e centinaia di fortezze che ospitarono gli intrighi e gli amori dei re di Francia.
Visto il poco tempo a disposizione, non resta che scegliere quel tratto di Valle che si specchia nelle acque pigre della Loira, con la concentrazione più elevata di castelli e città più suggestive che la zona possa offrire.
Dopo diversi giorni passati ad informarmi sui luoghi da non perdere, compio senza alcun dubbio la mia scelta:
Amboise – Chambord – Chenonceau.
Intuizione perfetta: bellissimi i manieri avvistati lungo la strada, splendidi i castelli visitati e deliziose bomboniere le città esplorate!
A mio parere però, prima di intraprendere un viaggio nella Valle della Loira, bisogna tenere a mente due cose:
1) Scegliere il periodo dell’anno con le condizioni climatiche più favorevoli, non sottovalutando gli alti livelli di umidità;
2) Decidere di dormire in uno dei tanti nobili manieri e antichi castelli privati dove rivivere l’atmosfera di un tempo.
In merito al primo punto, sebbene il fascino della Valle sia godibile praticamente tutto l’anno, il periodo migliore per visitarla va da fine Aprile/primi di Maggio a Ottobre. Ad inizio Aprile il tempo rischia di essere ancora troppo umido e freddo con frequenti piogge e paesaggi poco verdi. In primavera ed estate invece, gli splendidi giardini che circondano la maggior parte dei Castelli raggiungono l’apice della loro bellezza.
Per quanto riguarda la scelta dell’alloggio, consiglio vivamente di cercare la migliore offerta disponibile sul web per soggiorni in antichi Manieri. Personalmente credo che l’esperienza di trascorrere la notte in questi luoghi suggestivi e ricchi di storia valga già di per sé tutta la fatica del viaggio!
Bellissimo il nostro soggiorno allo Chateau des Arpentis a Saint Regle. Location ideale per spostarsi con facilità nel cuore della Valle e raggiungere i Castelli prescelti, camera enorme affacciata sul giardino, mobili d’epoca finemente restaurati e atmosfera da Lady Oscar 🙂 ….niente di meglio per gustarsi il viaggio immersi completamente nello spirito regale della Valle!
Esplorate senza timore le sue stanze, i proprietari del maniero vi lasceranno assolutamente indisturbati a curiosare tra i suoi saloni e i suoi corridoi illuminati da candele e suggestive luci soffuse!

Il viaggio nella Valle della Loira rientra a pieno diritto nelle esperienze multisensoriali di cui facevo cenno nel mio articolo iniziale.
Non solo castelli e incredibili panorami ma anche eccellenti vini (Sauvignon blanc, Chenin, Cabernet, Pinot noir, sono solamente alcuni dei tanti vini prodotti nella regione), cucina creativa, favolose tarte tatin e altri dolci deliziosi come “l’ île flottante“ (l’isola galleggiante – meringhe morbide che letteralmente galleggiano su una base di crema), il “Gateau Pithiviers“, crema di mandorle in una croccante sfoglia e le immancabili crepes…un vero e proprio viaggio nella storia e nel gusto!
Dopo essersi deliziati dunque con una ricca e golosa colazione si può tranquillamente partire alla scoperta dei castelli.
Iniziamo con il Castello Reale di Amboise dopo un giro per le suggestive strade della piccola città costellate di patisserie, bar a vin e vicoli da cartolina.
Questo eclettico monumento, insieme ai suoi giardini, offre uno dei panorami più suggestivi della Valle della Loira. Risalendo la rampa usata in passato dalle guardie a piedi, si accede alle terrazze-giardino da cui si gode di una vista mozzafiato sulla Valle, sugli edifici circostanti del XV e XVI secolo, sulle sue due imponenti torri e sui giardini mediterranei. Particolari i cespugli di bosso dalla forma tondissima che offrono un divertente soggetto per foto originali 😉


Collegato al Castello attraverso un passaggio sotterraneo, il maniero di Clos Lucé , ultima dimora di Leonardo da Vinci. L’artista trascorse qui gli ultimi anni della sua vita e oggi le sue reliquie sono custodite nella vicina cappella di Saint Hubert. Il collegamento diretto permetteva al Re di far visita in qualsiasi momento all’artista e con la massima discrezione. Nei sotterranei sono tuttora conservati numerosi schizzi di Leonardo, tra cui un ponte d’assedio, un carro armato, e quello che viene considerato l’antenato di un elicottero, mentre nei giardini sono state ricostruite opere a grandezza naturale, realizzate partendo dai disegni originali di Leonardo.

Ma è sicuramente la magnificenza del Castello di Chambord a regalarci la magia di un vero sogno!
Superando un imponente muro di cinta lungo quasi 32 Km ed un parco di 5.440 ettari (superficie equivalente a metà della città di Parigi!!), lontani dal trambusto e immersi nella natura più incontaminata, ci si trova di fronte ad un vero e proprio capolavoro di architettura e del Rinascimento Francese.
Il Castello di Chambord è il più grande dei Castelli della Loira, un viaggio nella Valle non può dunque prescindere da una sua visita.
La vasta zona boscosa che lo circonda viene acquistata dalla famiglia d’Orléans nel 1392 e, quando il duca di Orléans viene incoronato re nel 1498 con il nome di Luigi XII, l’intera area passa nelle mani della Corona.
L’attuale edificio viene pensato da Francesco I, che vuole dar vita alle sue più grandi passioni: la caccia (ecco il perché dell’enorme giardino che rappresenta oggi il più grande parco boschivo chiuso di tutta Europa) e l’architettura.
Di ritorno da un viaggio in Italia nel 1516, in compagnia di Leonardo Da Vinci, il Monarca inizia il progetto e la sua costruzione si conclude intorno al 1530.
L’intervento di Leonardo nella realizzazione del castello è visibile essenzialmente dallo scalone a doppia elica: due scale a chiocciola colassiali, che ruotano nello stesso senso senza mai incrociarsi, permetteno a due persone di salire o scendere le scale senza mai incontrarsi (ovviamente anche noi, come tutti gli altri visitatori del castello, non possiamo fare a meno di mettere alla prova la veridicità della “leggenda”….beh….confermo la “magia” 🙂 )
Non perdetevi poi la bellissima terrazza che si trova sul tetto! sembra una piccola città in miniatura, con stradine che si intrecciano e passano fra torrette, nicchie, abbaini tutti decorati con preziosi motivi floreali (tra cui il giglio, che rappresenta da sempre l’emblema reale), corone, salamandre che sputano fuoco, ninfe e fauni.


Dopo tanto camminare, cosa c’è di meglio di una bella cena ancora una volta completamente immersi nell’atmosfera castellana? Tenendo sempre bene a mente che qui siamo in Francia e quindi i prezzi sono piuttosto alti un po’ ovunque, concedetevi comunque il lusso di regalarvi una romantica cena al ristorante La Roche Le Roy.
A pochi minuti da Tours, questo affascinante maniero del XVIII secolo è pronto ad accogliervi per una cena tipica in un’ambiente intimo e raffinato. Per i più temerari (confesso di aver pensato io stessa a questa follia 😀 ) ci si può spingere per una fuga a Parigi lontana “solo” 225km!

Il secondo giorno lo dedichiamo alla visita dell’ultimo dei tre castelli scelti: il Castello di Chenonceau, un luogo di rara bellezza, non soltanto per la sua originale posizione direttamente sul fiume Cher, ma anche per la sua storia: gestito, protetto ed amato da alcune delle donne più celebri e di spicco della Francia rinascimentale, tra cui Diana di Poitiers e Caterina de’ Medici.
Il Castello di Chenonceau ha acquisito il soprannome di “Castello delle Dame” proprio perché è grazie alle donne che oggi trasmette un’eleganza tipicamente femminile.
Costruito nel 1513 da Thomas Bohier per la moglie Catherine Briçonnet, alla loro morte venne donato alla corona e il successore di Francesco I, Enrico II, decise di donarlo alla sua amante Diana di Poitiers, una delle donne più influenti nella Francia del tempo, alla quale si deve l’attuale struttura del Castello: vengono costruiti sia il ponte sul fiume che gli splendidi giardini che lo costeggiano.
La moglie di re Enrico II, Caterina dè Medici, ormai vedova, riesce a cacciare dalla tenuta l’amante del marito defunto, facendone la sua residenza preferita ed ampliandone ulteriormente i giardini
Infine, nella prima metà del ‘700, viene venduto alla famiglia Dupin; la moglie riesce a riportarne in auge lo splendore negli anni dell’Illuminismo francese, ospitando alcune tra le figure più importanti dell’epoca: Voltaire, Montesquieu, Jean-Jaques Rousseau.
Il Castello di Chenonceau è, dopo la reggia di Versailles, il secondo Castello francese più visitato dai turisti. Un luogo eccezionale, originale nella concezione e altrettanto prezioso nelle decorazioni, collezioni ed arredi.
L’impronta femminile in questo castello fiabesco si respira ovunque, dalle importanti opere d’arte contenute al suo interno (potrete ammirare opere di Tintoretto, Correggio e Rubens) alla sontuosità dei giardini, dove l’armonia tra architettura e natura regna incontrastata.


Molte stanze di questo castello mi hanno affascinata per la storia incredibile di cui sono state testimoni ma una fra tutte la ricordo ancora nitidamente per la sensazione mista di austerità e toccante semplicità che la caratterizzano e, per essere stata l’ultimo rifugio della sfortunata Regina Luisa di Lorena, devota vedova del re Enrico III, così diversa dalle sovrane e nobildonne dell’epoca intente a trascorrere la maggior parte del loro tempo ad organizzare feste, presenziare banchetti e destreggiarsi tra i vari amanti.
Nel 1589, alla morte del marito Enrico III, Luisa si ritirò nel castello portando il lutto indossando solo abiti bianchi, così come richiesto dall’etichetta di corte (sarà soprannominata la “Regina Bianca”). Dimenticata da tutti trascorrerà qui le sue ultime giornate leggendo, pregando e facendo opere di bene. La sua morte segnerà anche la fine della presenza reale a Chenanceau.
La stanza è interamente decorata con i simboli del lutto: piume che simboleggiano il dolore, lacrime d’argento, cordone delle vedove, corone di spine e la lettera greca Lambda, iniziale di Luisa, sovrapposta alla lettera Eta di Enrico III.
Un inginocchiatoio e le scene religiose di una pala d’altare appesa alle pareti sottolineano ancora di più l’atmosfera raccolta e dolorosa della camera. Fiori bianchi sempre freschissimi, continuano oggi a rendere omaggio alla triste Regina e anche a distanza di secoli, resta difficile non partecipare del suo dolore.
Concludete la visita con una passeggiata nei giardini del Castello che vi porterà ad ammirare il giardino voluto da Diane de Poitiers, al cui centro è collocata una fontana che spruzza un getto d’acqua alto sei metri; quello di Caterina dè Medici che si estende su una superficie di 5.500 kmq; il labirinto di oltre un ettaro che circonda un bellissimo padiglione fiorito ed una fattoria del XVI secolo!

Prima di lasciare questa regione incantata, dove dal finestrino della macchina ogni tanto non resta difficile pensare che da un momento all’altro ci si possa imbattere in giovani nobili a cavallo o antiche carrozze dirette a corte, consiglio di trascorrere qualche ora a girare senza meta nella deliziosa cittadina di Blois, sedersi in uno dei suoi tanti bistrot del centro storico e godersi il meritato ristoro!