Stone Town. Dove l’Africa incontra l’Oriente. Karibuni!

Karibu!  (“Benvenuto!” in lingua kiswahili. Al plurale: karibuni!)
Unguja, l’isola principale dell’arcipelago di Zanzibar, il benvenuto te lo danno così, ogni giorno e ad ogni ora, non solo con le parole ma anche e soprattutto con gli occhi e con il sorriso e il dolce suono di questa parola – tanto l’hai sentita pronunciare!! –  ti resta nella testa per un bel po’ anche dopo il rientro a casa!

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Stone Town _ bambine che giocano nelle vie del centro storico

Spesso il nome Zanzibar lo si usa impropriamente per indicare la sola isola di Unguja ma di questo soleggiato arcipelago dell’Oceano Indiano,  fanno parte anche le piccole isole di Pemba e Tumbatu, oltre che una serie di isolotti e minuscoli atolli a largo delle coste della Tanzania.
Ancora più frequentemente capita che la gente del posto con la parola Zanzibar faccia riferimento in generale alla capitale Stone Town (o Zanzibar Town appunto); il nome “città di pietra” infatti, identifica solo la sua parte più antica.
In questa remota regione semi-autonoma della Tanzania le ore scorrono pole pole (piano piano) scandite dall’alternarsi delle maree….

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Bassa marea nella costa orientale dell’isola di Unguja

Un viaggio qui ti resta nel cuore. A Stone Town l’Africa incontra l’Oriente e il risultato è visibile in ogni angolo dei suoi vicoli labirintici e dei suoi antichi palazzi decadenti.
Nel Dicembre del 2000 l’UNESCO, inserendola tra le città Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’ha definita “una eccezionale espressione materiale di fusione e armonizzazione culturale” ed è proprio l’armonia e la sua natura cosmopolita che rendono unica la città africana a sud del Sahara più affascinante e carica di storia.

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Stone Town

Non abbiate paura di girarla da soli rigorosamente A PIEDI (per i più scettici, la maggior parte dei resort e villaggi presenti sull’Isola propongono comunque tour organizzati).
La gente del posto è cordiale e sorridente, tutto ciò di cui dovete armarvi è il buon senso, quindi non passeggiate di notte con oggetti di valore in bella vista e fate attenzione a non inoltrarvi in stradine buie e isolate soprattutto tra le 18 e le 20 nel periodo di Ramadan, quando gli abitanti si riversano nelle moschee e le strade si svuotano. Particolarmente “fastidiose” possono essere le ondate di giovani che cercheranno di vendervi ogni cosa! (dai safari, agli oggetti d’artigianato locale o anche servizi di guida)….Sono molto tenaci quindi ignorarli solitamente non servirà a farvi lasciare in pace, dite piuttosto un secco e deciso “no grazie” e passeranno al turista successivo 🙂

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Lungo la via verso Stone Town

Premesso ciò, io e la mia compagna di viaggio in vacanza sull’isola di Unguja nell’estate del 2011, in cambio di pochi dollari, durante il nostro giro in città, ci siamo avvalse dell’aiuto di alcuni ragazzi del posto per andare alla ricerca di souvenir da portare a casa che fossero più originali di quelli venduti nei grandi negozi per turisti. Il risultato è stato un itinerario sicuro, piuttosto divertente e proficuo: la loro presenza (erano ragazzi conosciuti dalla guida locale che ci ha accompagnate nel tour di Stone Town) ci ha garantito che per circa 1 ora nessuno più venisse a offrirci aiuto o altro; abbiamo scoperto autentiche botteghe artigiane dove la trattativa ci ha fatto spuntare prezzi migliori e il ricavato è stato spartito tra la gente del posto che qui con un solo dollaro riesce a campare per più di un mese! Sapere di averli aiutati è stato più piacevole che ingrassare le tasche dei proprietari dei negozi suggeriti dai villaggi turistici. 😉
Confesso che più volte ci siamo chieste se davvero ci stessero conducendo nel posto dichiarato….ma sono stati impeccabili e alla fine del “giro di shopping” (la maggior parte in negozi semi bui perché non vi arriva la corrente elettrica), se non ci fossero stati loro, non avremmo più trovato il posto dove ci eravamo date appuntamento con la nostra guida 🙂
Se trascorrerete una vacanza a Zanzibar e deciderete di visitare Stone Town, perdersi tra le sue vie in cerca di qualche ricordo del vostro viaggio potrà essere molto piacevole e vi avvicinerà di più alla gente del posto con cui immancabilmente, mentre sarete lì a trattare sul prezzo, arriverete a parlare di come si vive realmente in queste “isole delle spezie”.
Vi consiglio di acquistare oggetti in legno intarsiato Makonde, tavole per il Bao (diffusissimo gioco da tavolo africano), Kanga (grandi stoffe di cotone coloratissime che costituiscono il capo di abbigliamento femminile più usato e i cui disegni riportano sempre anche un proverbio o un indovinello) e i Kitenge, stoffa simile al Kanga ma più spessa e usata prevalentemente per fare lenzuola o tovaglie.

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Gioco del Bao
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Stone Town – venditore di succo di canna da zucchero

Decadente e affascinante Stone Town. Sul lungo mare i sultani hanno lasciato il ricordo dei tempi in cui la magnificenza e l’opulenza dovevano essere mostrate fin da subito a chi arrivava via mare. Dal Porto ai Forodhani Gardens è tutto un susseguirsi di meraviglie architettoniche (Old Dispensary, House of Wonders…) che però, purtroppo, a seguito della scarsità di fondi, non sono perfettamente manutenute. Immediatamente alla spalle di questi edifici si dipana un labirinto di viuzze in stile suk che costituiscono il cuore più antico e pulsante del centro storico di Stone Town.  Perdersi qui è quasi inevitabile e in fondo anche divertente.  Se non riuscirete più ad orientarvi basterà comunque chiedere indicazioni e ritroverete la strada 😉

Il primo approccio con la città l’ho avuto attraversando forse il suo cuore più autentico: il mercato centrale.
Come in ogni mercato del mondo, anche qui si riesce a venire in contatto con l’ anima più vera della popolazione e della cultura del luogo.
Non è un’esperienza per tutti. Gli altri turisti occidentali che erano con noi non hanno gradito gli odori molto forti che provenivano dai banchi della carne e del pesce. Ma non scoraggiatevi, il variopinto mercato offre di tutto e il vostro olfatto potrà trovare un attimo di “tregua” una volta arrivati nell’area della frutta e della verdura 😉
Se decidete di fare un giro a Stone Town consiglio vivamente di passare anche da qui!

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Stone Town – banchi di frutta al mercato centrale
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Stone Town – mercato centrale

La città ha mille volti: arabo-mediorientale, indiano, coloniale (portoghese/britannico), africano….e così sarà facile incontrare donne con il burka ma anche bambini vestiti all’occidentale tutti, e dico tutti, anche se scalzi, con in mano un cellulare!
E’ soprattutto del suo passato coloniale però che conserva ancora le testimonianze più profonde e anche più tristi.
Per molti anni la città fu uno dei più importanti centri commerciali dell’Africa Orientale. Snodo cruciale per i traffici tra Europa, Africa e Asia che avvenivano lungo la via della spezie, Stone Town è però nota ancora ai giorni nostri per aver svolto un ruolo predominante anche e soprattutto nella tratta degli schiavi che dall’Africa venivano mandati in Medio Oriente. Testimonianza di questo atroce passato le claustrofobiche celle dove gli schiavi venivano ammassati in attesa del giorno di mercato. Le prigioni sono visitabili ed entrando nei sotterranei non resta difficile immaginare l’orrore della “vita” al loro interno. Non ci sono finestre e alcune celle sono così piccole che è impossibile credere che davvero potessero contenere un numero incredibile di schiavi!
In circa 3 ore e mezza riuscirete a visitare i luoghi più caratteristici della città. Nel vostro itinerario altra tappa immancabile dovrà essere la “Casa delle Meraviglie” con le sue balconate e l’imponente torre dell’orologio.  Fu dimora di un sultano e a guardia del suo ingresso sono posti due cannoni di bronzo portoghesi del 500. Si narra anche che sotto le fondamenta della House of Wonders siano stati sepolti migliaia di schiavi affinché conferissero la loro forza al palazzo e al Sultano che vi abitava!

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Stone Town – sculture in memoria del mercato degli schiavi
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Stone Town _ celle degli schiavi

Lasciate il simbolo di Zanzibar dopo esservi goduti il panorama dalla sua terrazza e una volta ritornati a passeggiare per le vie del centro, prestate attenzione ai bei portoni in legno intarsiato degli antichi palazzi. Impossibile non notare che tra case più o meno fatiscenti e all’ingresso di strutture in rovina, restino ancora perfettamente in piedi massicci portali di legno scurissimo decorati in stile indiano o omanita. Ho posato più volte lo sguardo su questi capolavori di fine artigianato e notato come spesso le incisioni richiamassero elementi della natura o anche l’slam con bassorilievi che riportavano alcuni passi del corano.

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Stone Town _ portoni del centro storico
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Stone Town _ antico portone in legno intarsiato
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Stone Town _ Terrazze del Palazzo delle Meraviglie

Finite la vostra giornata al tramonto, in uno dei tanti bar che si affacciano sul porto e godetevi lo spettacolo del sole che si tuffa nel mare. Davanti a voi una distesa di blu infinito e i grandi dhow a vela triangolare(tipiche imbarcazioni africane) che solcano lenti le onde che lambiscono le coste di una città e di un paese poverissimi, dove le persone sono capaci di insegnarci comunque con un meraviglioso e perenne sorriso, che Ihsani huandama imani (“la gentilezza viene prima della fiducia”) e Uteshi wa mtoto ni anga la nyumba (“il riso di un bambino sono le fondamenta di una casa”)

Tutaonana (Arriverdeci) Zanzibar!

 

 

 

 

22 pensieri riguardo “Stone Town. Dove l’Africa incontra l’Oriente. Karibuni!”

      1. Sono in spiaggia e guardo il mare. Ho pensato fosse il giusto momento tranquillo per leggere il tuo post. È stato così. Bello davvero! Mi hai emozionata e inevitabilmente mi son chiesta: Where is the love? Per me oggi è qui, sulla spiaggia di cattolica, dove sono con l’amore della mia vita e i suoi due figli. Where is the love? Nei loro 6 splendidi occhi chiari come il mare. Per me è dove si trova la mia “particolare” famiglia allargata e a Roma dove i miei genitori, che di un immenso amore mi hanno sempre inondato, hanno fatto si che l’amore e il sostegno non mi mancassero mai! Grazie per avermi fatto chiedere ora dove sia l’amore…

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